Ti è mai capitato di vedere una commissione di servizio aggiunta a una prenotazione, a un pagamento digitale o a una transazione con carta, senza averne avuto chiara comunicazione?
Molti utenti si chiedono se queste commissioni siano davvero legittime e quando un esercente o un servizio può applicarle per legge.
In questo articolo ti spiego cosa sono le commissioni di servizio, in quali casi sono lecite e quando puoi rifiutarle o contestarle.
💡 Cosa si intende per “commissione di servizio”?
La commissione di servizio (o service fee) è un costo aggiuntivo applicato al prezzo base di un prodotto o servizio.
Viene spesso giustificata come contributo per:
- la gestione della prenotazione (es. hotel, eventi, viaggi),
- l’uso della piattaforma (es. portali online),
- l’assistenza al cliente,
- l’intermediazione (es. agenzie o app di pagamento).
✅ Quando le commissioni di servizio sono lecite?
In linea generale, una commissione di servizio è lecita se:
- È comunicata in modo chiaro e trasparente prima del pagamento
- Deve essere indicata prima della conferma dell’ordine e non solo al momento del pagamento o nella ricevuta finale.
- La trasparenza è obbligatoria per legge (Direttiva UE 2011/83/UE e Codice del Consumo italiano).
- È distinta dal prezzo del bene/servizio principale
- L’importo deve essere specificato separatamente, non “nascosto” in un prezzo unico gonfiato.
- Non viola la normativa su carte di pagamento
- In Europa, è vietato applicare supplementi per l’uso di carte di credito o debito (es. “+2% se paghi con Visa”).
- Questo vale sia per negozi fisici che per e-commerce.
- Non è imposta obbligatoriamente su servizi che dovrebbero essere inclusi
- Per esempio, un ristorante non può applicare una “service fee” generica per il personale: il servizio è già incluso nel coperto.
- Se lo fa, deve essere esplicitamente indicato nel menù e nel conto.
🚫 Quando una commissione è dubbia o potenzialmente illecita?
Ci sono situazioni in cui la commissione di servizio può essere contestata:
- Non è stata comunicata prima del pagamento
- È applicata in automatico e non è evitabile
- Riguarda un servizio mai richiesto (es. assicurazione, assistenza premium, etc.)
- Viene imposta per rimediare a un problema causato dal venditore stesso
- Non è chiaro chi la incassa: l’esercente o un intermediario?
In questi casi, puoi contestare l’addebito o segnalarlo alle autorità (es. Antitrust o Guardia di Finanza).
📌 Esempi pratici
Situazione | Lecita? | Note |
---|---|---|
Fee per prenotazione tramite portale viaggi (es. Egencia, Booking Business) | ✅ Sì, se indicata chiaramente | |
Commissione di 2€ per pagamento con carta al ristorante | ❌ No, è vietato | |
Servizio opzionale (es. priorità, assicurazione) selezionato in automatico | ⚠️ No, deve essere facoltativo | |
Fee PayPal aggiunta su ecommerce | ⚠️ Dipende: va segnalata prima e non deve essere legata al tipo di carta | |
Commissione in agenzia per prenotazione voli | ✅ Sì, se specificata nel preventivo o contratto |
🤔 Cosa puoi fare se ritieni la commissione illegittima?
- Richiedi il dettaglio dell’addebito
Pretendi sempre uno scontrino o una fattura con l’indicazione della commissione separata. - Contesta l’addebito alla banca o all’ente emittente della carta
Se hai pagato con carta, puoi avviare una procedura di chargeback (richiesta di rimborso) per transazioni non autorizzate o ingannevoli. - Segnala il comportamento scorretto all’Antitrust o alla Guardia di Finanza
In caso di comportamenti sistematici (es. fee fisse imposte a ogni cliente), si può procedere con una segnalazione formale. - Scrivi una recensione pubblica o contatta l’assistenza del servizio
A volte basta far presente pubblicamente la scorrettezza per ottenere un rimborso o una spiegazione.
🧾 In sintesi
- Le commissioni di servizio sono lecite solo se trasparenti, giustificate e facoltative.
- È vietato applicare supplementi per il tipo di carta usata.
- Se la fee è nascosta, imposta o poco chiara, può essere contestata.