Quando si parla di proteggere le carte contactless, online si trovano ogni tipo di suggerimento: trucchi improvvisati, rimedi casalinghi e teorie improbabili.
Ma quali di questi funzionano davvero… e quali sono solo leggende metropolitane?
Scopriamo insieme i falsi miti più diffusi — e cosa conviene fare davvero.
🧻 1. Avvolgere la carta nella stagnola funziona?
✅ Sì, ma è una soluzione temporanea e scomoda.
La carta di alluminio (stagnola) crea una barriera fisica contro i segnali radio a bassa frequenza (come quelli NFC a 13,56 MHz). In pratica, agisce come una gabbia di Faraday: blocca la trasmissione dati tra la carta e il lettore.
Perché non va bene nel lungo periodo:
- Si stropiccia facilmente
- Può lasciare residui sulla carta
- Si rompe nel portafoglio o nella borsa
- È antiestetica e scomoda se hai più di una carta
🧠 Conclusione: funziona, ma è come usare una busta di plastica al posto di un ombrello. Ti ripara… ma solo per poco. Inoltre può lasciare piccoli residui metallici o graffi all’interno del portafoglio. Per questi motivi, è più un rimedio estemporaneo che una protezione duratura.
📱 2. Le app “anti NFC” proteggono la carta fisica?
❌ No. Le app bloccano solo l’NFC dello smartphone.
Sul Play Store o su siti vari si trovano app che promettono di proteggerti da attacchi contactless. Ma attenzione: non hanno alcun potere sulle tue carte fisiche.
Queste app possono:
- Attivare/disattivare l’NFC del telefono
- Monitorare transazioni via app (es. Google Wallet, Apple Pay)
Ma non possono bloccare la trasmissione NFC della tua carta di plastica. Quella funzione, se esiste, va gestita dall’app della banca o dell’emittente.
🔍 Esempio reale: alcune carte Hype, Revolut o Nexi ti permettono di disattivare temporaneamente i pagamenti contactless tramite app.
🧲 3. Un magnete può disattivare la funzione contactless?
❌ No, ma può rovinare la carta.
Il chip NFC non è influenzato da campi magnetici. Tuttavia, il magnete può danneggiare la banda magnetica sul retro della carta (quella che serve per i lettori tradizionali).
Cosa rischi davvero:
- La carta smette di funzionare nei POS “vecchi”
- Problemi con i bancomat
- Rottura definitiva se la plastica si deforma
💡 Curiosità: le nuove carte usano sempre meno la banda magnetica, ma finché c’è, è meglio non danneggiarla.
🥶 4. Congelare la carta impedisce i pagamenti?
😅 Falso e pericoloso.
Alcuni post sui social sostengono che mettere la carta nel freezer la “addormenti”. In realtà, il chip NFC è resistente a temperature estreme, anche sotto lo zero.
Perché è una pessima idea:
- Il gelo può creare microfratture nella plastica
- L’umidità residua può penetrare all’interno
- Potresti spezzare fisicamente la carta tirandola fuori troppo in fretta
🧠 Conclusione: non è un trucco, è un danno.
🎭 5. I ladri leggono la tua carta in mezzo alla folla?
🟡 Possibile, ma improbabile.
Il timore è che un malintenzionato, in metro o in coda al supermercato, avvicini uno scanner contactless alla tua tasca e rubi soldi o dati.
Cosa serve per farlo davvero:
- Un lettore NFC professionale
- Nessun oggetto metallico nelle vicinanze
- Una distanza ravvicinata (2-3 cm al massimo)
- Fortuna (perché molte carte sono schermate da portafogli o altri oggetti)
Cosa può ottenere:
- In rari casi, un pagamento da pochi euro
- Più spesso, solo i dati della carta (che però non bastano per prelevare o fare pagamenti online, se hai l’autenticazione a due fattori)
🔒 I sistemi antifrode delle banche sono oggi molto evoluti: segnalano transazioni sospette, inviano notifiche in tempo reale e bloccano movimenti strani.
✅ Come comportarsi DAVVERO
Hai una carta contactless?
Ecco cosa fare per proteggerla bene, senza esagerare:
- Acquista una custodia schermata RFID: costano 3–5 euro e fanno il loro lavoro.
- Usa un portafoglio con protezione anti-skimming: esistono anche in pelle o tessuto elegante.
- Controlla le opzioni nella tua app bancaria: potresti disattivare la funzione NFC quando non ti serve.
- Attiva le notifiche istantanee: così ti accorgi subito se succede qualcosa di strano.
- Non prestare mai la carta a sconosciuti, anche per “un attimo”.