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Davide B.
Desidero ringraziare di cuore tutte le persone che nelle scorse settimane mi hanno inviato messaggi e commenti. Anche se non ho avuto modo di rispondere personalmente a ciascuno di voi, siete davvero tanti. Ho letto con attenzione i vostri contributi, che mi serviranno come spunto per creare nuovi contenuti e mantenere vivo questo spazio, che purtroppo sta registrando sempre meno visualizzazioni.
Ho letto su X che qualcuno è riuscito a recuperare le posizioni perse, mentre io negli ultimi due anni non ci sono riuscito. Capisco che i tempi sono cambiati e rispetto al 2009, quando ho iniziato, c'è molta più concorrenza. Tuttavia, la caduta è troppo forte per pensare che sia solo colpa della qualità del contenuto. Sento di aver buttato quasi tre anni della mia vita nel cesso: il 2022, il 2023 e metà del 2024. Se nel 2022 mi avessero detto che per me non ci sarebbe stato spazio tra i risultati di ricerca, non avrei speso soldi inutilmente e avrei cercato altre soluzioni più economiche per portare avanti i miei progetti.
Capisco anche che Google non mi deve nulla, ma mi sarei aspettato un po' di rispetto per una persona che ha portato avanti un progetto per 15 anni con passione e rispettando le regole. Oggi, molti dei miei articoli si posizionano troppo in basso, dove la probabilità di essere visti è zero. Ormai le informazioni sono fornite solo da una manciata di grossi editori, e per i piccoli editori non c'è più posto. È questo l'internet che vogliamo?
Come è possibile che un'azienda quotata a Wall Street, che fattura 300 miliardi di dollari all'anno, non riesca a distinguere tra un sito creato per fare spam e un sito creato da una persona appassionata di un argomento, che inserisce la pubblicità per ripagare i costi di gestione del sito?
E ora che si fa?
E’ diventato tutto così casuale che non serve a niente fare previsioni ,e non mi stupirei se nei prossimi mesi di vedere invertito il trend ribassista che è iniziato nel 2022. Anche se il grafico in alto sembra quello di Seat Pagine Gialle, o di Tiscali durante la bolla delle dot.com, e sappiamo come è andata a finire :). Non voglio esagerare ma mi sembra che questa sia la situazione di milioni di siti internet.
Questo invece è il grafico dal 2009 a luglio 2023, 16 anni di lavoro buttati, a già scusate creare contenuti non è un lavoro 🙂
