Paghi, sorridi… ma in fondo lo odi: i cibi che amiamo solo con la carta

Ci sono cibi che paghiamo volentieri, ci fotografiamo accanto, li postiamo con hashtag e filtri — ma che, se fossimo onesti, non ci piacciono davvero.

Non è una questione di gusto, ma di status.
Perché certi alimenti non stanno nel piatto: stanno sul profilo.
E allora la domanda è: quanto spendiamo per sentirci parte di una moda, più che di un pasto?

Ecco 6 esempi di cibi che finiscono spesso nei nostri scontrini digitali… ma forse un po’ meno nei nostri cuori (e stomaci).


🥑 1. Avocado toast: più social che buono

È la colazione perfetta per Instagram: pane croccante, avocado maturo, semini, magari un uovo in camicia sopra. Ma… quanti lo mangiano davvero con gusto? E quanti lo ordinano solo perché “si fa”?

💳 Prezzo medio? Anche 10€ nei locali più “green”.
📱 Effetto social? Alto.
😬 Soddisfazione reale? Opinabile.


🥬 2. Kale (cavolo riccio): il superfood della sofferenza

Lo vendono come un toccasana: ricco di ferro, vitamine, fibre. Ma per renderlo commestibile servono cotture lunghe o frullati mascherati. Diciamolo: il kale è più difficile da amare di quanto si ammetta.

📌 È il classico esempio di “spesa sana pagata con entusiasmo e poi dimenticata in frigo”.


🍚 3. Quinoa: la regina delle etichette bio

Senza glutine, proteica, perfetta per chi vuole sentirsi bene dopo aver mangiato. Peccato che il sapore ricordi la carta e la consistenza sia… delicata. Spesso mal cucinata, asciutta, triste. L’effetto è più psicologico che gastronomico: la tua carta registra un acquisto “giusto”, ma il tuo palato non sempre è d’accordo.

💳 Prezzo al kg? Ben più alto del riso.
📲 Ma basta una foto della “bowl” per sembrare uno chef minimalista.


🍣 4. Sushi: il mito urbano dal gusto altalenante

Elegante, giapponese, trendy. Ma molto più spesso consumato in versioni da banco frigo o “all you can eat” dove la qualità lascia a desiderare. Il sushi piace a tutti — tranne a chi lo mangia male. Un rito sociale più che una passione personale.

🧾 Il POS lo adora. Il palato… un po’ meno.


🍄 5. Tartufo ovunque: aroma o inganno?

Pizza al tartufo, pasta al tartufo, patatine al tartufo.
Spesso però è solo aroma sintetico che stordisce il gusto e gonfia il prezzo.

💰 Il marketing lo trasforma in lusso automatico, anche se è solo un condimento spray. Ma il gusto? Discutibile.


☕ 6. Pumpkin spice: la spezia dell’autunno… che non piace a nessuno

Caffè speziati, dolci alla cannella, muffin alla noce moscata. Ogni ottobre tornano come rituale stagionale.
Ma piacciono davvero… o sono solo una tazza di nostalgia ben impacchettata?

📱 Bevanda da postare, non da finire.


💳 Cosa c’entra tutto questo con i pagamenti digitali?

Semplice: le nostre carte raccontano chi vogliamo essere, anche a tavola.
Pagare certi cibi è diventato un gesto di identità sociale. Scegliamo prodotti non solo per mangiare, ma per comunicare qualcosa.

Il POS è testimone delle nostre mode, dei nostri gusti… e delle nostre contraddizioni.


💬 E tu?

Hai mai ordinato qualcosa che sembrava “figo” ma ti ha deluso?
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