Cosa ho imparato parlando con un consulente finanziario (e quello che non ti diranno mai)

Quando entri in un ufficio postale o in banca, e ti siedi davanti a un consulente, pensi di ricevere consigli personalizzati e chiari. Ma quello che scopri spesso è molto diverso.
In questo articolo ti racconto la mia esperienza reale con un consulente finanziario.
E soprattutto, quello che ho capito tra le righe… e che nessuno ti dice mai


1. Ti consigliano… ma secondo le direttive interne

La prima cosa che ho capito è che il consulente non è lì per fare i tuoi interessi, ma quelli della banca o ufficio postale per cui lavora. Mi è stato proposto un prodotto di investimento “sicuro”, che poi ho scoperto avere commissioni elevate e vincoli poco chiari. Solo dopo aver fatto qualche domanda in più (e mostrato di conoscere un po’ l’argomento), il tono è cambiato.

Le parole chiave erano vaghe: “è molto richiesto”, “sta andando forte”, “lo fanno in tanti”. Nessuno mi ha detto però che esistono alternative più economiche, come un conto deposito online, o addirittura buoni fruttiferi più vantaggiosi (ancora sottoscrivibili in alcuni casi).

💡 Consiglio: porta sempre con te una lista di domande e non firmare nulla subito. Chiedi il foglio informativo e leggilo a casa.


2. Non ti dicono mai se un prodotto è inutile per te

Ho chiesto informazioni su una carta prepagata con IBAN. Mi è stato consigliato di aprirla, ma non mi è stato chiesto se avessi già altri strumenti simili, o se mi servisse davvero.

La verità è che molte persone finiscono per attivare carte, libretti, assicurazioni e piani d’accumulo che non useranno mai, solo perché si fidano o non vogliono sembrare scortesi.

🔍 Quello che non ti dicono: Banche e  Poste guadagnano su ogni attivazione, anche se poi tu la carta non la usi. Nessuno ti avvisa se stai spendendo soldi inutili per tenere aperti strumenti che non servono.


3. Se sei “poco digitale”, rischi di essere indirizzato verso soluzioni più costose

Mi sono finto inesperto con la tecnologia per vedere cosa mi proponevano. Risultato? Niente home banking, niente app.

❗ Attenzione: Se non sei pratico di digitale, ti vendono “la via più comoda”, ma che spesso è la più cara.


4. I veri problemi emergono solo quando qualcosa va storto

Finché tutto fila liscio, ti senti seguito. Ma se c’è un errore, un addebito sbagliato, una ricarica andata male o un bonifico non eseguito… allora inizia la partita dello scaricabarile.

Mi è capitato personalmente di dover rincorrere risposte per giorni. Il consulente mi ha detto di chiamare il numero verde. Il numero verde mi ha rimandato all’ufficio. Alla fine ho risolto solo scrivendo un reclamo formale tramite PEC.

📬 Consiglio pratico: salva sempre le ricevute e annota chi ti ha detto cosa. La memoria non basta, servono prove.


In conclusione: fidati, ma verifica

I consulenti di Poste Italiane non sono “nemici”, ma nemmeno alleati neutri. Fanno il loro lavoro, spesso con cortesia e pazienza. Ma sta a te proteggere i tuoi soldi, il tuo tempo e le tue scelte.

Se posso darti un ultimo consiglio, è questo:

  • Informati prima su siti indipendenti.
  • Fatti spiegare tutto con calma.
  • E ricordati: se una cosa ti serve davvero, non hai bisogno che qualcuno te la venda.

Hai avuto anche tu un’esperienza con un consulente di Banca o Poste?
Scrivimela nei commenti o contattami, potremmo raccontarla insieme qui su Monetadiplastica.

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